VISITA PASTORALE: 10 ottobre 1766

Riportiamo il testo integrale di due visite pastorali, del card. Capece Galeota (10 ottotbre 1766), e del card. Giuseppe Cosenza (30 gen­naio 1853), per la peculiarità della loro esposizione, dal guizzo vivace ed interessante.

    L'Eccellentissimo e Reverendissimo Signore Don Michele Maria Capece Galeota Arcivescovo di Capua, accompagnato dal Reverendissimo can. della cattedrale di Capua don Silvio de Gennaro e da me, partendo dal palazzo di S. Maria, si recò a visitare la Chiesa Parrocchiale sotto il titolo di S. Andrea Apostolo del paese di S. Andrea dei Lagni, nella quale non trovò il parroco, essendo morto don Domenico Stellato; ma vi trovò due economi, e cioè don Pasquale Dattilo e don Antonio Chiantese; quindi fatta l'adorazione dei morti, e celebrate le altre cerimonie di rito, visitò il santissimo Sacramento, conservato in due pissidi dalle sole coppe d'argento e dorate all'interno, ricoperte di veli e di seta bianca e ben tenute; vide il tabernacolo di marmo con la porticina dorata, il cui interno era foderato di legno ricoperto di seta, con due chiavi, una d'argento ed un'altra di ferro.

Tollerò ogni cosa, comunque ordinò di indorare la pisside piccola, che serve per la distribuzione del viatico agli infermi, sotto pena di interdetto, se la cosa non si farà entro un mese.

Dopo questo tenne un discorso per il popolo, tutto sul l'onore dovuto a Dio e sulla salvezza delle anime.

Visitò poi il Battistero, situato presso la porta grande, sul lato sinistro entrando in chiesa, fornito di una pedana di marmo e di una piramide di legno; vide gli oli santi del Crisma e dei Catecumeni in vasetti d'argento in un catino di creta, ed ogni altra cosa relativa; e tollerò ogni cosa. Tuttavia ordinò di rifare il conopeo della piramide del fonte, il fondo di stagno del medesimo, la veste bianca e la tovaglia per asciugare la resta del battezzato sotto pena di interdetto, se la cosa non sarà fatta entro due mesi.

Visitò il sacrario e l'effige di S. Giovanni Battista che battezza il Cristo, dipinta su}la parete dietro il fonte battesimale e ordinò di apporre una serratura di ferro con chiave alla porticina del sacrario entro un mese, sotto pena di interdetto

Visitò la finestrella dell'Olio degli infermi, costruita nella parete del lato del Vangelo presso l'altare maggiore, e ritrovò il detto olio conservato in un vaso d'argento in una borsa di seta con lacci di colore viola; vide inoltre altri tre vasetti di stagno con i tre Oli Santi per il loro trasporto dalla cattedrale, conservati in una cassetta ricoperta di pelle, e tollerò il tutto.

Visitò l'Altare maggiore, la sacra mensa, la statua di S. Andrea Ap. risposta in una nicchia scavata nella parete e chiusa con vetri al posto dell'icona, la croce, le tovaglie, gli altri ornamenti e tutto tollerò, comunque ordinò che entro un mese si provvedesse il detto altare di una croce più alta di tre palmi, tale da superare in altezza i candelieri e da evidenziare il mistero della Croce, sotto pena di interdetto dell 'Altare.

Dal lato del Vangelo visitò l'Altare della Beata Maria Vergine del Monte Carmelo, al quale è legato il beneficio di ius-padronato della famiglia Cantiello con onere di messe, secondo il libro. Al presente il detto beneficio è posseduto dal chierico don Nicola Pirolo; vide la croce, l'immagine, la sacra mensa, e tutto tollerò.

Visitò l'Altare della Beata Maria Vergine detta della Stella, che si amministra da due donne elette ogni anno dal Reverendo parroco nel giorno della Circoncisione del nostro Signore Gesù Cristo, e tollerò ogni cosa.

Visitò la Cappella del santissimo Corpo di Cristo, nella quale è ospitata la Confraternita laicale sotto lo stesso titolo, retta da tre Governatori, cioè Banco, che si eleggono ogni anno dai Confratelli nel giorno della Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo. I confratelli inoltre vestono dei camici bianchi con mozzette rosse.

Visitò ogni altra cosa pertinente all'altare e tutto tollerò. Ordinò tuttavia di pulire tutto quanto era ricoperto di pol­vere entro tre giorni, sotto pena di interdetti ipso facto.

Visitò la sagrestia, una pianeta di più colori, un piviale con relative tunicelle, un calice d'argento con la sua patena, ed ogni altra cosa necessaria alla celebrazione della messa, e tutto tollerò. 

Visitò nello stesso luogo il Confessionile, che ritrovò coperto di polvere e ragnatele nonché, vecchio e sfasciato, perciò ordinò di accomodarlo entro un mese, e fornirlo delle pagelle dei casi riservati tanto del sommo pontefice, quanto dell'ordinario, nonché pulirlo di tutto il sudiciume, sotto pena dei interdetto.

 Dal lato dell'Epistola visitò l'Altare della Beata Maria Vergine delle Grazie, che si amministra da governatori laici eletto ogni anno dal Reverendo Parroco nel giorno della Circoncisione del Signore; nel quale altare c'è il proprio onere di messe, come dal libro, e tollerò tutto ciò che riguarda la sua suppellettile. Comunque minacciò di interdire l'altare, ed infatti lo interdisse, fino a quando non lo si sarebbe provvisto di una nuova pietra sacra più grande, in misura tale che possa contenere sulla sua superficie il calice e la patena durante la celebrazione del santo sacrificio della messa. Frattanto le messe di questo altare si potranno celebrare all'al­tare maggiore.

 Visitò l'altare del santissimo Rosario, che si amministra anche da due governatori laici, eletti come sopra, ed ogni caso tollerò.

Visitò l'Altare del S. Angelo Custode, la cui manutenzione è affidata aI Reverendo Parroco e i suoi successori, con onere di messe secondo il libro. Tutto tollerò assai, comunque ordinò di provvedere entro un mese il detto altare di altri quattro candelieri, sotto pena di interdetto.

Visitò l'interno della chiesa, i sepolcri dei morti, le pile dell'acqua santa, le porte, sia la grande che la piccola, i confessionili, l'organo con il suo odeon di legno, le finestre con le vetrate, l'ambone di legno, il soffitto a cassettoni. Ma non osservò tutto il resto, in cui era manifesta l'incuria e la poca attenzione del già defunto parroco. Infatti, dal momento che in chiesa entra acqua piovana, vide il soffitto deturpato, nonché il pavimento sporco.

Ordinò sotto la pena di interdetto della chiesa che si riparasse entro due mesi il tetto, per evitare che entri in chiesa l'acqua piovana, e si accomodasse e pulisse dove ce né fosse bisogno il pavimento, e si rifacessero le lapidi sepolcrali dei monumenti.

Parimenti ordinò che si restaurassero ambedue le porte, la maggiore e la minore, e si pulissero i confessionili dalle ragnatele e dalla polvere di cui erano ricoperti, e nei medesimi si affiggessero le pagelle dei casi riservati dalla parte del confessore, e le devote immagini del santissimo Crocifisso dalla parte del penitente, sotto pena di interdetto degli stessi confessionali.

Visitò la sagrestia, ed in essa i pochi utensili necessari alla celebrazione della Messa, tutte cose che si usano ogni giorni; perciò ordinò di far confezionare almeno una casula di colore nero, ed un'altra per ogni colore, di comprare un messale tre corporali con altrettante palle, dieci purificatori con altrettanti manutergi, un velo omerale di colore bianco, e di indorare un calice con la patenti.

Inoltre ordinò di apporre la chiave al fonte in cui si lavano le mani i sacerdoti prima e dopo la celebrazione della messa, e far confezionare almeno due tovaglie come asciuga­mani; e qualora non si facessero tutte queste cose assai necessarie, si interdirà immediatamente la Chiesa e si procederà al sequestro delle rendite del beneficio parrocchiale. Visitò gli utensili per il trasporto del santissimo Viatico agli infermi, custoditi dalla Confraternita del santissimo Corpo di Cristo, e tutto tollerò a mala pena. Sulla parete della facciata della Chiesa pendono due campane per la convocazione del popolo.

Visitò anche nella medesima chiesa la statua del santissimo Rosario, bene ornata, e la statua di S. Andrea Apostolo, che si usa portare ambedue in processione, e lodò ogni cosa tuttavia ordinò di collocare una vetrata in sagrestia, perché non vi penetri l'acqua piovana, dannosa agli utensili della chiesa che vi si conservano.

Ordinò di mostrare i libri delle messe con le loro tabelle, e gli si portassero nel palazzo al fine di ispezionarli. Inoltre ordinò ai reverendi economi di compilare un esatto inventano, e di mostrarglielo entro due mesi, di tutti i beni mobili ed immobili, nonché dei proventi e degli oneri di detta parrocchia e beneficio, sotto pena di ducati dieci e sospensione.

Ordinò di non ammettere all'ufficio di padrino nel sacramenti del Battesimo i monaci, i presbiteri, o i chierici, né altri che non hanno facoltà, se non per necessità, sotto le medesime pene suddette.

Ordinò a tutti i sacerdoti di non celebrare la messa, o  altri divini uffici senza la veste talare con le maniche e ben chiuse sempre, sotto pena di sospensione ipso facto. Infatti è meglio non celebrare, che offrire a Dio il grande sacrificio senza la propria veste.

Ordinò inoltre al reverendo parroco e a tutti i sacerdoti celebranti la messa nella chiesa parrocchiale o fuori nei giorni festivi di domenica, di recitare sempre dopo il Vangelo insieme con i fedeli presenti al sacrificio della messa gli atti cristiani di fede, di speranza, di carità e di dolore, sotto pena di carlini venti per ogni singola trasgressione.

Ordinò ai medesimi economi di compilare un elenco dei fanciulli e delle fanciulle da sei ai quindici anni, da  tenere  sempre in  sagrestia,  in  modo  da  poterli facilmente radunare in chiesa di catechismi; e qualora si trovassero dei fanciulli disertori, ammoniscano i loro genitori, e se questi non si cureranno di rimproverare i propri figli spronandoli alla partecipazione al catechismo, vengano allontanati dal precetto pasquale, sotto pena a piacere dell'Ordinario. Ciò detto, scritto, etc., ed in fede etc.

Ordinò di compilare entro un mese la tabella degli oneri di messe della detta chiesa e delle cappelle ad essa annesse, nel modo e nella forma stabilita dai testatori, ed il reverendo parroco si preoccupi di tenerla sempre affissi all'albo della sagrestia, sotto pena ad arbitrio dell'Ordinario. Inoltre i reverendi sacerdoti che celebrano le messe annotino distinta­mente nel libro per quale legato celebrano ogni anno, segnando il loro nome, il giorno e la feria in cui celebrano, sotto pena di carlini venti per ogni singola trasgressione. Ed in fede etc..

Michele Tucci segretario della S. Visita si è ricevuta da me sottoscritto Vicario Foraneo la copia dei suddetti man­dati dalla chiesa parrocchiale di S. Andrea de Lagni quale copia prometto pubblicare ed affiggere nella sagrestia di detta chiesa, ed in fede etc. S. Maria in atto di S. Visita 4 novem­bre 1766.

 

Giuseppe canonico Ventriglia

Vicario Foraneo

 Gli atti della precedente visita pastorale, (1755), sottolineano lo stato precario delle infrastrutture nonché delle suppellettili della chiesa.

Noi possediamo un documento successivo (1772), in ri­sposta alle sollecitazioni del card. Michele Maria Capece Galeota, che con un decreto ordinò: « ... il sequestro sopra le vendite di detta parrocchiale e che quelle fossero pagate al rev.do can.co d. Lorenzo Valle . . . e fu ordinato a coloni e debitori di detta parrocchiale chiesa, che avessero pagato in favore del detto canonico d. Lorenzo Valle . . . perché in detta chiesa sia restaurata nelle mura, nel tetto ed altro e sia appieno provvista di sagre suppellettili . . .

Il parroco Nicola Sebastiani in forma che Prisco Iannotta, mastro muratore del Casale di S. Prisco ha provveduto « . . . ad accomodare il tetto, la facciata ed ogni altro accomodamento vi bisognava, in detta chiesa come nella sacrestia ed anche nel cappellone . . .

Nello stesso documento viene riportato il seguente elenco delle sacre suppellettili:

1)                Pianeta con sua stola, manipolo e velo di seta con fiori, con galloni di seta gialla;

2)                Pianeta con sua stola e manipolo di seta con fiori di diverso colore con galìoni d'argento;

3)                Pianeta di lana di color giallo con galloni di ar­gento con sua stola e mantello della stessa qualità e orna­mento stesso;

4)                Pianeta con sua stola, manipolo, manipolo e velo di lana di color bianco, croce avanti e dietro di drappo di seta di diversi colori con galloni indorata;

5)                Pianeta di borla nuova con sua stola, manipolo, borla, e velo di color verde pagonazzo, con galloni di seta color giallo;

6)                Pianeta di borla nuova, con sua stola, manipolo, borla e velo di color negro galloni di seta color giallo;

7)                Pianeta di damasco con sua stola, manipolo, borla e velo color negro galloni di seta di color giallo;

8)                Pianeta di borla nuova di lanetta color negro;

9)                Pianeta di seta insagrinata di seta di color rosso con croce in mezzo, semifascia in mezzo di diversi colori con sua stola, manipolo, con galloni di seta;

10)                Pianeta di seta di color bianco con fascia in mezzo di color rosso, stola manipoli e velo con galioni di seta. Canapeo per la custodia del SS.mo di drappo con fiori di diversi colori con suoi finimenti d'oro. Canapeo di lana gialla con galloni d'oro fiorate. Canapeo di borla nuovo di vari colori con galloni e francia di seta per il fonte battesi­male umorale di damasco color latteo con galioni di seta a coloro giallo. Stola a due faccie, una di armosino bianco con galloni di seta indorata e l'altra di Damasco pagonazzo con galloni di seta gialla. Stola di damasco di color pagonazzo e l'altra faccia di damasco bianco con i suoi galloni di seta. Due messali, uno nuovo, l'altro può dirsi neonuovo perché accomodato. Tre messali per le messe dei morti. Due chiavi per il Tabernacolo una d'argento già accomodata e l'altra di ferro già accomodata. Un baldacchino di legno, tutto indorato nuovo, per la esposizione del SS.mo Sacramento che in ogni sera si espone. Purificatori e manutergi in numero venti. Tovaghe per l'altare maggiore e per l'altare di S. Giuseppe or­nati di candelieri e fiori.   Due calici con coppe patene di argento e un altro incensiere di ottone con manetta della Cong.ne del SS.mo Corpo di Cristo.